Marcunz
2009-11-03 14:09:52 UTC
A sollevare la vicenda Soila Lautsi,
«offesa» dal simbolo religioso nella
scuola di Padova frequentata dai figli
ROMA
La vicenda che ha portato alla sentenza della Corte europea dei diritti
delluomo sui crocifissi nelle aule ha per protagonista Soila Lautsi, una
casalinga di origine finlandese. Nel 2001 la donna si sentì offesa dalla
presenza del simbolo del cristianesimo nelle aule dellistituto
comprensivo Vittorio da Feltre di Abano Terme frequentato dai suoi figli
di 11 e 13 anni.
Secondo la donna la presenza del crocifisso era contraria ai principi di
laicità nei quali voleva educare i figli e per questo chiese alla scuola
di toglierlo facendo riferimento a una sentenza del 2000 con cui la
Cassazione ordinava di rimuovere il simbolo religioso dai seggi
elettorali. Nel maggio del 2002 la scuola decise di lasciare il crocifisso
nelle aule e il ministero dellIstruzione trasformò la disposizione in una
sua direttiva inoltrandola a tutti gli istituti. Due mesi più tardi la
signora Lautsi fece appello di fronte al Tar che inoltrò la questione alla
Corte Costituzionale che a sua volta si dichiarò non competente e restituì
tutto al tribunale amministrativo del Veneto.
Nel marzo del 2005 il Tar stabilì che il crocifisso è un simbolo della
storia, della cultura e dellidentità italiana e respinse il ricorso della
casalinga finlandese. Un anno dopo anche il Consiglio di stato le diede
torto, sancendo che la croce è diventata uno dei valori secolari della
Costituzione italiana e rappresenta i valori della vita civile. Da qui la
decisione di fare ricorso alla Corte di Strasburgo.
****
Detto questo, aveva perfettamente ragione sul piano giuridico
internazionale.
Poi se vogliamo uno stato cattolico c'è da mettersi d'accordo. Si chiede
una deroga al trattato di Lisbona come ha fatto la Rep. Ceca, lo si
ottiene sotto la minaccia di non firmarlo, e avremo tutti il nostro bel
crocifisso in aula.
Personalmente che la cultura nordica debba influenzare la nostra non mi
piace, anche se per la mia prole anche io vorrei ispirarmi ad un
insegnamento laico che fosse abbastanza intelligente da fargli capire che
quel simbolo lassù non da fastidio a nessuno soprattutto se fa parte della
storia di questo Paese. In quanto tale andrebbe rispettato e "amato" come
si ama il Colosseo o gli spaghetti.
«offesa» dal simbolo religioso nella
scuola di Padova frequentata dai figli
ROMA
La vicenda che ha portato alla sentenza della Corte europea dei diritti
delluomo sui crocifissi nelle aule ha per protagonista Soila Lautsi, una
casalinga di origine finlandese. Nel 2001 la donna si sentì offesa dalla
presenza del simbolo del cristianesimo nelle aule dellistituto
comprensivo Vittorio da Feltre di Abano Terme frequentato dai suoi figli
di 11 e 13 anni.
Secondo la donna la presenza del crocifisso era contraria ai principi di
laicità nei quali voleva educare i figli e per questo chiese alla scuola
di toglierlo facendo riferimento a una sentenza del 2000 con cui la
Cassazione ordinava di rimuovere il simbolo religioso dai seggi
elettorali. Nel maggio del 2002 la scuola decise di lasciare il crocifisso
nelle aule e il ministero dellIstruzione trasformò la disposizione in una
sua direttiva inoltrandola a tutti gli istituti. Due mesi più tardi la
signora Lautsi fece appello di fronte al Tar che inoltrò la questione alla
Corte Costituzionale che a sua volta si dichiarò non competente e restituì
tutto al tribunale amministrativo del Veneto.
Nel marzo del 2005 il Tar stabilì che il crocifisso è un simbolo della
storia, della cultura e dellidentità italiana e respinse il ricorso della
casalinga finlandese. Un anno dopo anche il Consiglio di stato le diede
torto, sancendo che la croce è diventata uno dei valori secolari della
Costituzione italiana e rappresenta i valori della vita civile. Da qui la
decisione di fare ricorso alla Corte di Strasburgo.
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Detto questo, aveva perfettamente ragione sul piano giuridico
internazionale.
Poi se vogliamo uno stato cattolico c'è da mettersi d'accordo. Si chiede
una deroga al trattato di Lisbona come ha fatto la Rep. Ceca, lo si
ottiene sotto la minaccia di non firmarlo, e avremo tutti il nostro bel
crocifisso in aula.
Personalmente che la cultura nordica debba influenzare la nostra non mi
piace, anche se per la mia prole anche io vorrei ispirarmi ad un
insegnamento laico che fosse abbastanza intelligente da fargli capire che
quel simbolo lassù non da fastidio a nessuno soprattutto se fa parte della
storia di questo Paese. In quanto tale andrebbe rispettato e "amato" come
si ama il Colosseo o gli spaghetti.
--
"Il campionato era truccato? Basta vedere chi ha vinto gli scudetti negli
ultimi anni Milan, Juve, Milan, Juve... se la so giocata a tamburella..."
[cit. Totti]
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
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